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CHE PROFONDITÁ RILEVA IL METAL DETECTOR?

CHE PROFONDITÁ RILEVA IL METAL DETECTOR?

La domanda che piú di frequente viene posta da chi si avvicina alla pratica del metal detecting, riguarda la capacitá di rilevazione di un metal detector in termini di profonditá e questo ha generato nel tempo una visione indotta e direi distorta della realtá..

Sono ormai innumerevoli sulla rete, i video in cui ci vengono mostrati oggetti che corrispondono un segnale sonoro, da distanze sempre maggiori dalla piastra di ricerca.

Il meccanismo pare essere molto efficace e in parecchi “cascano” nel trucco, senza troppo curarsi di cosa stanno realmente osservando.

Sono Luca di MHE Detector e mi occupo nel nostro team, delle prove tecniche su nuove e vecchie attrezzature di ricerca.

Avete letto bene… , mi occupo specialmente di effettuare test comparativi con le “vecchie” tecnologie, per avere un quadro chiaro e completo, a confronto con quelle nuove, che continuano a presentarsi sul mercato.

Per poter dare una risposta efficace alla domanda sulla profonditá, bisognerebbe aggiungere alla formula; su quale terreno, in che condizioni e su quale oggetto un detector VLF o PULSE riescano a rilevare piú o meno “profondi”.

L’air test, (ossia la prova di oscillazione in aria degli oggetti davanti alla piastra) é quello che viene fatto passare come risposta generale a queste domande, trascurando molti dei fattori elencati sopra.

Per cominciare, un terreno non sará uguale ad un altro e non avrá la stessa “risposta” ad una certa impostazione di sensibilitá del detector. (Non é MAI uno standard fisso).

A seguire, l’umiditá variabile del terreno influenza essa stessa la rilevazione.(Fattore relativamente semplice da constatare ammesso che il terreno sia conosciuto).

L’oggetto in esame ha di suo: componente ferrosa o non ferrosa, dimensione e massa tradotti in conduttivitá relativa, posizione “efficace” nel terreno e perfino tempo di permanenza.

Mettendo ora i pezzi insieme, otterremo come risultato che un detector impostato su sensibilitá al 50%, proprio per non incorrere in “falso segnale”su un terreno difficile, sará piú performante su oggetti di media o alta conduttivitá (Anelli in argento, monete,anelli in oro a bassa caratura, piombo e infine ferro di generose dimensioni non arrugginito, salvo discriminato), e meno performante su oggetti di bassa conduttivitá come gioielli in oro da 18Kt A PARITÁ DI PROFONDITÁ.

N.B (non sono menzionati alluminio, rame e nickel per pura semplificazione).

In parole semplici, se mettessimo tre oggetti differenti fra cui una moneta da 2€, un anello in argento e una fede nuziale in oro 18Kt di media taglia (cercando di eguagliare peso e grandezza il piú possibile), in tre buche di uguale profonditá a 30cm e terreno “poco reattivo”, con sensibilitá al 75%, con una piastra media da 11 pollici, il detector rileverá perfettamente l’anello in argento, poi dará un segnale leggermente instabile sulla moneta da 2€ e con un pizzico di fortuna, un segnale accennato sulla la fede nuziale da 18Kt.

Tutto ció la dice lunga sul perché anelli in argento e monete siano i target preferiti da mostrare nei test in aria, perché saranno sempre, su qualunque metal detector, quelli che indubbiamente suonano da piú lontano (o profondi nell’immaginario comune), pur essendo magari di modeste dimensioni.

Ripetiamo….IN ARIA, perché questa non oppone alcuna resistenza alla sensibilitá del detector e l’unica interferenza proverrebbe da EMI (interferenze elettromagnetiche di altri apparecchi nelle vicinanze).

Al contrario, gioielli SOTTILI in oro tipico italiano, farebbero fare una magra figura anche in aria a parecchi strumenti anche blasonati.

Se esiste un valore che riconosco ai test fatti in aria, é quello di donarvi un chiaro segnale audio, che vi mostri come il detector risponda a differenti oggetti, quando essi sono ben posizionati oppure no.

Se nella mente vi balenasse ora l’idea di orientarvi verso un detector pulse, dovreste valutare che la profonditá “doppia” di cui é potenzialmente capace, non risiede nella reale capacitá di rilevare piú a fondo gli oggetti, ma di essere molto meno influenzato da quei terreni “carichi” di minerale, dove un VLF “soffre”, costringendovi a tenere piú bassa la sensibilitá.

É in questo che risiede la vera differenza di potenziale fra le due categorie.

Bisogna anche tener conto della dicriminazione “reale” del ferro, mancante sui PULSE, che qualche casa produttrice sta tentando di migliorare, ma che ancora é un’utopia.

Ad oggi, quello che separa un cercatore di successo da uno meno fortunato é l’esperienza nell’uso del suo strumento e di come reagisce in una moltitudine di differenti situazioni.

Senza poi contare la conoscenza del campo di ricerca verso cui ci si spinge….

In conclusione, aspettatevi IN BUONE CONDIZIONI, circa 30cm* da un VLF e forse 40cm* da un PULSE, entrambi con piastre medie. *su oggetti di medio/alta conduttivitá.

Luca Mhe

Tester tecnico MHE Detector

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